La Protezione sociale come diritto umano

Il sistema di protezione sociale è quell’insieme di politiche e di interventi il cui fine è la tutela dell’individuo da rischi che possono manifestarsi nel corso della sua vita.

Oggigiorno, la protezione sociale rappresenta una realtà che negli anni ha contribuito a migliorare il tenore di vita degli individui, tramite l’erogazione di servizi finalizzati ad eliminare qualsiasi forma di pericolo o rischio.

Il punto di partenza è dato dalla convinzione che la crisi sia di per se un’occasione di crescita e di cambiamento, da governare ed indirizzare verso un percorso consapevolmente scelto, per rifondare la struttura societaria della comunità.

Il dato più significativo emerso dai vari dibattiti, è il riconoscimento che sistemi di protezione sociale sono parte integrante di un modello sociale, che si fonda sulla convinzione ed evidenza che progresso economico e progresso sociale procedono di pari passo e si rafforzano a vicenda.

La protezione sociale, non fornisce soltanto una rete di sicurezza per i poveri, ma contribuisce anche a garantire la coesione sociale tutelando le persone contro una serie di rischi sociali.

Un elevato livello di protezione sociale è infatti un importante fattore sia per la coesione sociale che per la crescita economica.

Quasi l’80% dei poveri del mondo non ha accesso alla protezione sociale contro gli effetti della disoccupazione, la malattia e l’invalidità.

Eppure, se si dedicasse il 2% del PIL mondiale alla tutela di questo diritto umano, la protezione sociale di base potrebbe essere fornita a tutti i poveri del mondo.

Quando la crisi finanziaria globale ha colpito, i governi sono intervenuti per sostenere le banche, che sono state giudicate troppo importanti per fallire. La stessa logica deve ora essere applicata alla protezione sociale di base, che è troppo importante per essere negata.

Chi si interessa di povertà, di sviluppo nei paesi più poveri del mondo, conosce Yunus, l’inventore del microcredito basato su prestiti senza garanzie ai poveri per aiutarli a creare piccole attività lavorative.

Nel suo libro “Il banchiere dei poveri” al capitolo: “La povertà, questione trascurata dagli economisti” Yunus scrive espressamente che: “l’entusiasmo e l’intelligenza degli economisti sono sempre stati rivolti a indagare il fenomeno e le cause della ricchezza, mai il fenomeno e le cause della povertà. Offrire sbocchi di lavoro indipendente mediante la creazione di istituti e politiche appropriate è la migliore strategia per eliminare la disoccupazione e la povertà.”

Si accresce così il consenso sul fatto che la crescita economica non è sufficiente per ridurre la miseria se non si tratta di una crescita inclusiva e se non coinvolge le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale e ambientale.