La povertà non ha un volto solo.

Per poterla incontrare occorre saperla scoprire nei segni dei tempi e della storia che viviamo ogni giorno.

Oggi per esempio, la troviamo nei volti di tanti uomini e donne che a causa della pandemia perdono il loro lavoro, famiglie che improvvisamente si ritrovano senza il necessario per vivere, tuttavia queste terribili realtà di miseria, che dobbiamo affrontare prontamente, con coraggio e cristiana determinazione, non devono distrarci dal tendere la nostra mano verso le tante altre forme di povertà che assumono volti sempre più diversi. Le varie culture di morte frutto di coscienze corrotte e traviate, la solitudine, l’ateismo, l’ignoranza della Verità, la mancanza di istruzione e di formazione alla legalità.

La povertà materiale è quella che tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale.

Poi viene la povertà morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro, hanno perso la speranza.

Queste due forme di povertà, che sono anche causa di rovina economica e sociale, si collegano sempre ad un’altra grande povertà, quella spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di lui, che in Cristo ci tende la mano, anche le nostri mani tese verso l’altro saranno mani vuote.